La congiuntivite allergica

Congiuntivite

Nella stagione autunnale ci sono in circolazione pollini che frequentemente danno manifestazioni allergiche agli occhi. E così ecco che compaiono arrossamenti oculari, gonfiore delle palpebre, bruciori oculari, aumento della lacrimazione, ovvero i sintomi più comuni della congiuntivite allergica, infiammazione della congiuntiva (sottile membrana che protegge l’occhio dagli agenti esterni) frequente in questo periodo. Ma come si può prevenire il problema? E cosa fare per limitare i fastidi? Come ci spiega il dottor Giulio Leopardi, responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica del Policlinico San Pietro.

 

Dottor Leopardi, quali sono i principali fattori di rischio per l’insorgenza della congiuntivite allergica?

La congiuntivite allergica si scatena, nei soggetti predisposti, quando la congiuntiva e la palpebra entrano in contatto con la sostanza irritante o per meglio dire allergenica. In questa stagione sul banco degli imputati ci sono, in particolare, i pollini delle piante (Chenopodiacee, Lanciola ed Euphorbiacee). Questo tipo di congiuntivite è caratterizzato dal rossore e dal bruciore ad entrambi gli occhi e da un intenso prurito che coinvolge anche le palpebre. Abitualmente il Paziente ha già presentato sintomi analoghi, magari negli anni precedenti nello stesso periodo stagionale e spesso esiste una predisposizione familiare alle malattie allergiche. Questa periodicità aiuta nel comprendere meglio le cause scatenanti delle congiuntiviti allergiche. Molte volte la congiuntivite allergica si complica con la sovrapposizione di un’infezione batterica e quindi la secrezione notturna fa ritrovare al mattino le palpebre “saldate”.

 

Come si può prevenire il problema?

La prima regola, fondamentale, che vale per difendersi da tutte le forme allergiche, è non entrare in contatto con la sostanza che provoca allergia. Spesso questo non è possibile e pertanto si utilizzano “trucchetti” vari; gli occhiali da sole aiutano nel ridurre la sintomatologia per due motivi: offrono uno schermo protettivo nei confronti dell’ambiente esterno e “tagliano” gli ultravioletti, uno dei principali allergeni per le congiuntive.  Per gli stessi motivi molte persone usano cappellini con visiera, molto diffusi nei Paesi anglosassoni, un po’ meno da noi. Un frequente lavaggio del contorno occhi, come giustamente lo definiscono le Signore, (o lavaggio palpebrale) asporta meccanicamente polveri e pollini, nel contempo rinfrescando la cute palpebrale ed inducendo un miglioramento della secrezione lacrimale; il film lacrimale è la prima barriera, e forse la più efficace, che la congiuntiva e la cornea utilizzano contro gli agenti patogeni e gli allergeni.

 

In cosa consiste invece la terapia?

Se vi è secrezione la terapia inizierà con un collirio o più colliri antibiotico-cortisonici, utilizzati per qualche giorno, a giudizio dell’Oculista che segue il Paziente. La terapia continuerà utilizzando colliri antistaminici, che non avendo componente cortisonica possono (e devono) essere instillati a lungo. Nei casi più insistenti è opportuno consultare un Allergologo, che possa modulare una terapia antistaminica per via generale. La mia esperienza personale mi suggerisce che nel primo approccio al Paziente allergico dev’essergli spiegato con chiarezza, e senza usare mezzi termini, che la Sua è una malattia cronica, in cui la terapia è sintomatica, non esiste il collirio o la cura che eradicano totalmente e definitivamente la congiuntivite allergica e che anche l’intervento dell’Allergologo porterà ad un miglioramento della situazione ma non alla risoluzione. Un’altra spiegazione che è opportuno offrire costantemente al Paziente, soprattutto in primo approccio, è che la terapia locale con i colliri va eseguita coscienziosamente; il Paziente seduto, con la testa all’indietro, si instilla una – due gocce di collirio nel sacco congiuntivale, ottenuto abbassando con un dito la palpebra inferiore. Dopodiché si fa seguire un minuto di testa all’indietro ed occhi chiusi, affinché il preparato si diffonda opportunamente sulla congiuntiva e sulla cornea. Il collirio instillato ad occhi aperti, e magari alzandosi in piedi subito dopo, serve molto poco. È comunque consigliabile entro pochi giorni dalla comparsa dei sintomi una visita oculistica specialistica per individuare la terapia più adeguata. In attesa di un consulto specialistico sono utili colliri con azione lenitiva e rinfrescante, come quelli a base di estratti naturali (camomilla, eufrasia, amamelide e arnica). Molti casi vedono una risoluzione spontanea, definitiva o meno, della congiuntivite allergica, in particolare nei giovani 18 – 20enni che vedono spontaneamente regredire la congiuntivite allergica di cui hanno sofferto da ragazzi. Non esiste più la “stagionalità” delle congiuntiviti allergiche, in molti casi perdurano lungo tutto l’arco dell’anno (congiuntivite vernal).

 

Quando bisogna preoccuparsi?

Allorché i disturbi coinvolgano per più giorni un occhio solo; in caso di monolateralità della sintomatologia è possibile si tratti di cheratiti, di ascessi corneali o di uveiti, manifestazioni più gravi delle congiuntiviti che vanno trattate con terapie adeguate e diverse da quanto utilizzato per le congiuntiviti.